Non vogliamo ovviamente in questa sede fare una analisi approfondita delle nuove tecnologie che permettono di visitare un museo in modo approfondito e particolare, ma ci pare utile segnalare qualche applicazione che riteniamo di notevole rilevanza.
La prima: con un palmare oggi, con un telefono cellulare domani (cioè quando ci sarà il museo) sarà possibile per ciascun visitatore disporre di una guida multimediale personalizzata, scegliendo profili diversi. Ad esempio: visitatore comune, visitatore esperto, adolescente, soggetto ipovedente o non vedente.
Al passaggio del visitatore, le opere identificate dal tag RFId, invieranno automaticamente le informazioni -audio, video, testo con sintesi vocale- al dispositivo mobile in mano all’utente.
L'applicazione si candida dunque a mediare le esigenze di un pubblico diverso, per attenzione e preparazione, con le problematiche della disabilità proponendo di godere del patrimonio raccolto ed esposto con un servizio di edutainment.
La seconda: un approccio interattivo alle informazioni del museo. Con l'introduzione della Multimedialità Interattiva si può consentire al visitatore di esplorare un tema specifico; in questo modo l'utente non è costretto a subire passivamente, ad esempio, la massa di informazioni contenute in un pannello, ma può selezionare liberamente la lingua, il livello e la durata della consultazione, seguire percorsi suggeriti o formarsene di propri.
Con l'interattività infine si può approfondire e dettagliare, si può presentare l'oggetto secondo una tematica che segue la logica dell'esplorazione, e dunque permettere al visitatore di essere attivo nella sua esplorazione e di ottenere una maggiore quantità di informazioni sul tema prescelto.
In questi spazi interattivi la ricchezza espressiva dei media digitali entra nel mondo reale.
Ad esempio un pavimento interattivo nella sezione della OLIVETTI NEL MONDO consentirebbe spostandosi sul suolo di ottenere immagini, descrizioni, approfondimenti sulla articolazione della presenza Olivetti nei vari siti esplorati.
E’ evidente in questo caso come la progettazione del museo debba ovviamente essere contestuale in tutte le sue componenti, compresa quella tecnologica.
Ci pare che un approccio che tenga conto delle innovazioni che la tecnologia oggi consente sia naturale ad Ivrea e per una opera che riguarda la Olivetti!
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