L’avvio era stato un po’ in salita tra gli atteggiamenti tipici di questa strana città che è Ivrea verso chi ha “l’ardire di fare”.
Qualche perplessità, molti scetticismi, troppe suscettibilità rischiavano di soffocare l’entusiasmo di Giorgio Panattoni, ideatore del Museo Olivetti, affossando l’iniziativa sul nascere.
Invece, in sordina, dopo qualche mese «il progetto di costruire a Ivrea un grande “Museo Olivetti” - dice Panattoni - sta prendendo corpo e si sta sviluppando secondo gli indirizzi iniziali».
A confermarlo ci sono i numeri: «Le adesioni raccolte sul nostro sito internet www.olivetti-live.org - spiega Panattoni - sono 1.100, 70% all’Italia e 30% dall’estero, da 28 Paesi diversi. Questo sottolinea ancora una volta come Olivetti sia rimasta, malgrado tutto, nel cuore di molti, anche lontani».
Tanto che ora si può guardare avanti e ipotizzare qualche cosa di più concreto, qualificato, alto che riporti il nome di Ivrea nel mondo utilizzando, ancora una volta, ciò che queste città ha avuto e conserva di unico: le sue radici olivettiane.
Si pensa a un rilancio internazionale con una iniziativa in grande cui concorrano tutti i soggetti locali e di portata tale da poter coinvolgere chi nell’industria ha un ruolo ai massimi livelli nazionali e arrivare, su su, fino alle più alte istituzioni.
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